Primo Piano
Giuliano Crupi – intervista al cantautore romano
In occasione dell’uscita del suo nuovo album “L’AMORE È INOPPORTUNO” abbiamo intervistato il cantautore GIULIANO CRUPI Crupi:
Dopo “Filtro”, è uscito il tuo nuovo singolo dal titolo “L’Amore è inopportuno”. Ti va di parlarcene?
“L’Amore è inopportuno” è nato la scorsa estate di ritorno da un breve viaggio di lavoro-piacere tra Milano e il Lago di Como. Una delle frasi della seconda strofa, “è un lago di domande in acqua naturale”, ho capito col senno di poi, derivare da lì, a dimostrazione del fatto che tutto entra nelle canzoni che scrivo, che si tratti di conscio o di inconscio. “L’Amore è inopportuno” vuole mandare un messaggio d’Amore vero, puro, disinteressato, senza aspettative, irrazionale, selvaggio, indiscreto, potente, viscerale. “Feriscimi ancora così sono vivo”, l’incipit del ritornello, non è un invito masochistico a soffrire, l’amore non è sofferenza e non è banale sottolinearlo purtroppo, ma è piuttosto un invito a non aver paura di amare per timore di soffrire. La sofferenza può arrivare perché l’essere umano è, per definizione, un essere finito, almeno carnalmente, quindi soggetto alla perdita. Di conseguenza, se dovessimo pensare a questo, nessuno dovrebbe amare dal momento che tutti, prima o poi, perdiamo qualcuno. Invece, accettando il dolore, riuscendoci a convivere, trasformandolo, l’Amore si manifesta potente e impavido.
Se dovessi descrivere con tre parole la tua musica, quali useresti?
Passionale, viscerale, emotiva.
Qual è il posto più curioso e insolito in cui ti sei trovato a scrivere una canzone?
Una volta mi fermai nel pieno del traffico di Roma, totalmente in ritardo a un appuntamento, perché mi dovetti appuntare un paio di frasi di una canzone che stavo scrivendo e che non volevo perdere. Avviene spesso, ho le note del telefono piene di parole e di audio registrati. Realisticamente, però, le mie canzoni tendono a nascere quasi tutte in casa, in solitudine, nella mia intimità, con carta e penna: tutte sono un percorso vero e proprio, di mesi, anni, alcune non arriveranno mai, quindi direi che nascono in giro, tra la gente, negli occhi di un passante, su un treno, in una giornata di sole, in una perdita, in un litigio, in un matrimonio, in un racconto, in una sbronza, in un bagno al mare, in una passeggiata nella natura, nelle parole di un amico, in un bacio, in un film, in un libro, in un giorno di quiete o in uno di tempesta.
Come vedi il futuro della musica?
Onestamente non è una domanda che mi pongo e, sono sincero, non saprei rispondere. Cerco di fare la mia parte, di portare avanti i miei valori, le mie visioni e di farlo sempre con la massima onestà intellettuale e umana possibile. Con la mia verità, costruendo giorno dopo giorno il mio percorso.
Per concludere, hai delle date live in cantiere?
Le stiamo costruendo, quindi spero il più presto possibile perché ho fame di live, di calore, di abbracci dal vivo.