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Recensione: SOLO // CAOS, il nuovo album di Cocciglia”
Ho ascoltato “SOLO // CAOS” di Cocciglia con grande curiosità, consapevole del suo percorso artistico e della profondità che caratterizza il suo stile. Questo nuovo album, composto da 14 tracce, non si limita a raccontare: ti trascina dentro un vortice di emozioni, di solitudine e di caos che ti restano addosso anche dopo averlo finito.
L’evoluzione sonora rispetto al suo primo lavoro è evidente: qui l’elettronica domina, creando atmosfere cupe e claustrofobiche che sembrano quasi voler soffocare, ma in modo volutamente catartico. Ogni traccia è uno squarcio emotivo che mescola rabbia e ironia, in un equilibrio che solo pochi riescono a trovare senza risultare forzati.
Tra i brani, “S.D.U.Q.D. (storia di un quarantenne depresso)” mi ha colpito per la sua capacità di mettere a nudo il malessere esistenziale con un’ironia tagliente che non scivola mai nella banalità. E poi c’è “Animale sleale,” che già conoscevo per i riconoscimenti ottenuti, ma che qui, nel contesto del disco, assume un significato ancora più profondo. Altri brani come “La mia giostra” e “Azzurro Rosa” non sono semplici canzoni: sono storie che ti restano dentro, piccoli cortometraggi sonori.
Cocciglia dimostra una capacità unica di parlare del caos emotivo dell’età adulta, trasformandolo in arte. Ogni arrangiamento, ogni parola sembra studiata per evocare quel senso di smarrimento che, a pensarci bene, è una costante nella vita di molti di noi. È un disco che ti mette davanti a uno specchio, ma non lo fa con leggerezza: ti costringe a guardarti, a riflettere, a fare i conti con te stesso.
“SOLO // CAOS” non è un ascolto facile né immediato, ma è un viaggio che vale la pena intraprendere. Se cercate qualcosa che vi scuota, che vi faccia sentire compresi ma anche messi in discussione, questo è l’album giusto. Cocciglia ha trovato la sua voce, e quella voce ha tanto da dire.