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La Tempesta Gentile e il loro esordio con “Esplorazione”

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La band, nata nel 2021, si propone con un‘essenziale formula a duo, con l’idea di dare una propria rilettura personale del genere chitarristicamente stratificato per eccellenza, lo shoegaze, con i soli utilizzi del basso, supportato dall’effettistica, e della batteria, affiancata da uno strumento denso di risonanze e riverberi come l’handpan.

“Esplorazione” è il singolo d’esordio della band emiliana La Tempesta Gentile pubblicato da Overdub Recordings che anticipa l’uscita del primo album “LTG”.

 

C’è un momento specifico che ricordate come l’inizio della vostra carriera musicale?

Senz’altro le prime prove. Nessuno di noi due aveva la minima idea di come potesse funzionare una formazione a due con basso, batteria e stop, soprattutto con il tipo di suono che volevamo avere. Avevamo passato metà prove a settare i livelli dei due amplificatori e di ogni singolo pedalino, poi abbiamo attaccato col primo pezzo. Sul momento sembrava un vero e proprio salto nel vuoto, ma poi abbiamo visto con grande soddisfazione che poteva funzionare.

Ci sono temi o messaggi ricorrenti nelle vostre canzoni?

Sicuramente (parla Luca, il cantante-bassista) si può notare la mia passione per l’astronomia, che ho fin da bambino, mi piace richiamare metafore o immagini di oggetti celesti, grandezze fisiche, e tutto ciò che riguarda lo spazio profondo. È anche un modo per mettere in risalto il tema del viaggio, anche questo ricorrente in tanti dei miei testi. Allo stesso tempo faccio sempre in modo che esca tutto in modo naturale, quindi non inserisco mai “a forza” un tema nelle nostre canzoni.

Quali artisti o generi musicali vi hanno influenzato maggiormente?

Ci sentiamo molto vicini alla scena shoegaze delle origini (quindi a band come My Bloody Valentine, Ride, Catherine Wheel, Slowdive, Adorable, ecc.) e alle band che l’hanno rielaborata successivamente.

In generale gli anni 90 sono stati un’importante fonte d’ispirazione, anche valicando generi molto diversi fra loro, forse perchè i nostri primissimi ascolti vengono da lì.

Come valutate la vostra evoluzione artistica nel corso degli anni?

Suoniamo da un paio di anni con questa formazione e siamo partiti da subito con coordinate precise, ovvero reinterpretare a modo nostro un certo tipo di sonorità, caratteristiche come detto dei primi anni 90. Quindi essendo una band così “fresca”, è ancora presto per parlare di evoluzione, anche se sicuramente man mano che componevamo i primi pezzi, lo stile si è pian piano affinato e la proposta è diventata gradualmente più a fuoco. Diciamo che siamo alla prima tappa di un percorso musicale in continuo movimento.

Qual è la vostra canzone preferita da eseguire dal vivo e perché?

C’è un pezzo che sarà nel nuovo disco che si intitola esattamente come il nostro nome, “La Tempesta Gentile”, dal vivo lo suoniamo sempre all’inizio della scaletta. E’ un momento importante del nostro concerto perché è un brano per la maggior parte strumentale dove siamo completamente immersi nella nostra musica, sembra quasi di stare in un mondo a parte, e di non sentire più il palco. È molto appagante per noi, e se gira bene dà un bel lancio al resto del live.

Da dove è nata l’idea per il vostro nuovo singolo?

L’idea, come sempre per noi, è nata da un frammento musicale suonato e sviluppato alle prove. Poi una volta fissata la parte musicale, il testo ne è stato direttamente ispirato. I diversi paesaggi sonori che si possono trovare all’interno del brano, con stop e ripartenze improvvise, hanno ispirato il tema del viaggio, e la canzone ha rapidamente preso corpo.

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?

Portare dal vivo la nostra musica. Sul palco ci presentiamo esattamente così, in due.

Abbiamo un basso, una pedalboard che aggiunge al basso il suono di una o più chitarre, una batteria e un handpan. Siamo curiosi di vedere come verrà recepita questa proposta e non ne vediamo l’ora, ci riteniamo una live band al 100%.

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