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“Non è un disco per giovani” è l’esordio di Wasichu

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MILANO – In uscita sabato 12 dicembre su tutte le piattaforme digitali l’album di esordio di Wasichu, “Non è un disco per giovani”, distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records del musicista e produttore Salvatore Papotto.

In virtù della mia ammirazione per la civiltà degli indiani d’America scelgo di presentarmi come WASICHU- racconta l’artista varesino- pseudonimo che significa “ladri di grasso” ed è il modo in cui i LAKOTA chiamavano i visi pallidi.

 

“Non è un disco per giovani” è, nelle parole dell’autore, la piccola ma benefica fuga dalla realtà di un capufficio infiacchito dalla routine lavorativa, che vorrebbe mollare tutto e andare a fare…il cantautore anni ’70!

 

Dopo circa 30 anni di “consuetudinaria vita da impiegato” e ormai stanco di badge, computer, fatture, [pausa caffè], telefoni, contabilità ed arroganza dei grandi capi ho riaperto a spallate un varco nella soffitta, ritrovato la cassettiera, scardinato il cassetto che conteneva le canzoni scritte in età giovanile (così … senza nemmeno capire esattamente che farne) ed ho ricominciato a sognare.

 

Non è un disco per giovani viaggia su sonorità seventies spaziando con genuina ruvidezza tra folk e rock-blues, con rifrazioni country.

Echi bennatiani percorrono un album forte di una grammatica autoriale dichiaratamente e orgogliosamente démodé ed estremamente eterogeneo nelle tematiche: dall’autismo (Amico delle ortiche) all’amore violento (Principe azzurro), dalle storture della classe politica (Il sorriso serio della iena) alla civiltà vedica (Spiaggia vuota), passando per la strage di Ustica.

 

Wasichu si muove sul difficile discrimine tra ordinario e straordinario (Iotetuki, Buioblues), disincanto e incanto ritrovato, resa momentanea e orizzonte salvifico, costruendo un epos della libertà e del sovvertimento. (Si ascoltino, su tutte Fuori e Jazz.)

 

Con una concessione allo sberleffo scanzonato: il trascinante rock-blues, con basso punk, di Rappers (Ah quanti rappers quante predicazioni – gente che parla parla nelle canzoni…)

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