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“Tales from the Rabbit Hole”: il debutto onirico degli Sharasad

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Gli Sharasad esordiscono con “Tales from the Rabbit Hole”, un album che invita a un’immersione in un universo parallelo, fatto di suoni onirici e tematiche profonde. Ogni traccia nasce da una ricerca sonora e si evolve in racconti che esplorano paure e debolezze umane. Il brano simbolo, “Tales from the Rabbit Hole”, racchiude in sé i personaggi e i simboli dell’intero progetto, diventando la “tana del coniglio” dove tutto converge. La band punta ora a portare quest’esperienza live, con il desiderio di continuare a creare e condividere nuova musica.

“Tales from the Rabbit Hole” sembra una vera e propria immersione in un universo parallelo. Da dove è nata l’idea di creare un album con questa atmosfera onirica e visionaria?
L’idea nasce dall’ispirazione musicale che è arrivata in maniera abbastanza spontanea. Lavorando ai primi pezzi è venuta l’idea di creare questo mondo fatto di simboli e personaggi che potessero rappresentare le difficoltà, le debolezze e le paure dell’essere umano.

L’album tocca tematiche profonde, dai sentimenti di perdita al confronto con le proprie paure. Cosa significa per voi, come band, dare vita a queste rappresentazioni quasi antropomorfe?
Questo album vuole essere un esercizio di introspezione, sia i testi che le musiche sono l’espressione di uno sguardo perso nel profondo interiore. Significa quindi cercare una condivisione col prossimo delle proprie debolezze e paure.

Come avete lavorato alla costruzione di questi mondi sonori e dei personaggi che popolano il disco? Qual è stato il processo creativo dietro ogni traccia?
Ogni traccia nasce inizialmente dalla parte musicale . La ricerca dei suoni è infatti la parte iniziale del processo creativo, i quali si trasformano poi in riff e melodie. Una volta trovato lo scheletro ritmico e melodico segue lo sviluppo concettuale dei testi. In questo caso le musiche hanno ispirato questa serie di racconti e personaggi a cui abbiamo cercato di dare una continuità nell’album intero.

Se doveste scegliere una delle tracce come simbolo dell’intero album, quale sarebbe e perché?
I brani a cui siamo più legati sono probabilmente ‘Von Vayld’ e ‘Odysseus’. Però se dobbiamo scegliere un brano rappresentativo dell’intero album sarebbe ‘Tales from the rabbit hole’ essendo questo il brano che incarna per l’appunto la tana del coniglio nel quale si raggruppano tutti i personaggi e i simboli dell’album. Non a caso infatti è il brano che dà il nome all’album.

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
L’obiettivo ora è cercare di suonare live il più possibile, vorremmo suonare un po’ in giro per l’Italia in modo da uscire dai nostri soliti confini Emiliani.
Oltre a questo sicuramente un altro obiettivo è quello di tornare a rinchiuderci un po’ in sala prove e buttare giù nuove idee.

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